Uno: In sospeso

E’ alto poco più di uno e novanta. Trent’anni che non nascondono l’acne che deve averlo segnato quindici anni prima.

“Voglio servirla, Mistress.”
“Non sono la tua Mistress. Devo ancora decidere se ne vali la pena.”
“Ma voglio che mi controlli, la prego.”
“Non è una scelta tua, o mi sbaglio?”

Abbassa lo sguardo. Anche se ci conosciamo da qualche mese, non so ancora se voglio che diventi un mio sottomesso.

Quand’è che arriva il momento in cui la fiducia è abbastanza da iniziare un rapporto D/s?

*

Sono sempre io, meno la parte estremamente insicura.
Sono ancora goffa. Mi ingarbuglio con le parole e quando sono stanca non so in che lingua parlare.
Mi piace ancora mettere l’eyeliner quando ho un appuntamento, ma nella vita di tutti i giorni indosso uno dei sette rossetti rossi che ho lentamente collezionato tra un aeroporto e l’altro.

Sono cresciuta pensando che essere in controllo fosse qualcosa di cui vergognarsi: sei proprio ocd, AP.
Avessi saputo allora di essere una Domme, forse la storia sarebbe andata in un altro modo.
Ma non sarei qui.

*

“No, Mistress, non è una mia scelta. Il mio unico scopo è quello di darle piacere.”
“Benissimo, pet, vedo che iniziamo a capirci.”
“Il mio unico valore è quello che deciderà di darmi, Mistress.”
“Ti metterò alla prova e deciderò.”
“Grazie, Mistress, è davvero troppo gentile.”
“Vedremo come va.”

Sorrido. Il rossetto rosso acceso sulle labbra. Non lo tocco neanche. Lascia la stanza.

Chissà se ci rivedremo.


AP vorrebbe tornare con un appuntamento settimanale o bisettimanale.